Montemurro (CNA Matera) e Nobile (Unitep): “Il pane simbolo di vita, cultura e comunità
Anche quest’anno Matera rende omaggio a uno dei suoi simboli più autentici in occasione della Giornata Mondiale del Pane, che coincide con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, promossa dalla FAO per promuovere sistemi alimentari più sostenibili.
Il Pane di Matera, croccante fuori, morbido dentro e profumato di grano antico, è al centro della riflessione lanciata da Leo Montemurro, presidente di CNA Matera, e da Antonio Nobile, docente dell’Università Unitep. I due firmatari sottolineano il valore culturale, nutrizionale e sociale di un alimento che è da sempre protagonista della tavola quotidiana: a colazione, pranzo e cena.
- “Dedicare una giornata al pane significa riconoscere l’importanza di un alimento che accompagna l’umanità da oltre 14.000 anni”, scrivono in una nota. “È anche un tributo a chi, ogni giorno, lavora lungo tutta la filiera: agricoltori, mugnai, panificatori e tecnici, che con passione e competenza garantiscono qualità e sicurezza”.
La giornata diventa anche un’occasione per celebrare i traguardi raggiunti dal Pane di Matera, ormai apprezzato a livello nazionale e internazionale, anche nell’alta ristorazione. Merito, sottolineano Montemurro e Nobile, dei maestri panificatori locali, custodi di un sapere antico, capace però di rinnovarsi costantemente.
Ma non è solo un giorno di festa. La Giornata Mondiale del Pane è anche un momento di riflessione sul bisogno di migliorare ogni fase della produzione, in armonia con l’ambiente e con il territorio. Uno sguardo che guarda anche al futuro: nel 2026, Matera sarà Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo, e il pane diventerà simbolo di unità tra i popoli del Mediterraneo, dove la sua storia ha avuto origine.
- “Conoscere i pani del Mediterraneo – spiegano – significa entrare in contatto con saperi e sapori millenari”, citando l’articolo della prof.ssa Antonella Pasqualone (Università di Bari) pubblicato sul Journal of Ethnic Foods, in cui si analizza l’evoluzione dei “pani piatti”, antesignani della pizza e della focaccia.
Un esempio locale è il “Ceccio di Monte” di Montescaglioso, realizzato con semola rimacinata di grano duro, lievito madre e guarnito con sale marino grosso siciliano e, a volte, semi di finocchietto. Un pane semplice, dal sapore autentico, che racconta storie di tradizione e identità.
La celebrazione si conclude con un pensiero di riconoscenza:
- “Alle mani, alla passione e al cuore di tutti i costruttori di pane, il nostro grazie e le nostre benedizioni. Che possano continuare a nutrire il mondo”.

