- Studenti di scuole superiori e Università degli studi della Basilicata hanno manifestato ieri in piazza Vittorio Veneto a Matera: “Uniti per la Biblioteca, uniti per la Cultura”, per salvaguardare la Biblioteca provinciale “Tommaso Stigliani”.
All’evento hanno aderito numerose scuole secondarie di primo e secondo grado, docenti e studenti dell’Università di studi della Basilicata, associazioni culturali e organizzazioni varie e cittadini.
Si legge in una nota congiunta:
“Non strappate le radici comuni, non spegnete il nostro futuro.
È il concreto progetto di salvaguardia della Biblioteca provinciale “Tommaso Stigliani” che unisce gli studenti della provincia di Matera e l’intera comunità. Insieme, non per alzare muri, ma per gettare ponti, quelli solidi dei saperi condivisi. Soprattutto gli studenti materani, fratelli minori di chi è in cerca di prima occupazione e sta lasciando la propria terra già da tempo, nutrono ragionevoli certezze e altrettanti timori sul destino di istituzioni pubbliche come la Biblioteca Stigliani. A questo proposito, sanno che forse nessun luogo è così totalmente democratico come una biblioteca pubblica. L’unico requisito per l’ingresso è l’interesse. Ed è per tutelare questo interesse condiviso, sancito dalla nostra Costituzione, che si fa appello alla consapevolezza dell’intera comunità. Unire le forze è giusto, tutelare il diritto allo studio è possibile, specialmente se l’intento è quello di evitare l’oblìo del cospicuo patrimonio di conoscenze custodito nel Palazzo dell’Annunziata. Un luogo di aggregazione che non vogliamo più a mezzo servizio o, peggio ancora, condannato a un lento e inaccettabile declino. La Biblioteca deve rinascere per svolgere sempre meglio il suo ruolo cruciale nella promozione dell’educazione, dell’accesso all’informazione e della coesione sociale. Le biblioteche come la nostra sono guardiani della diversità culturale, conservano opere che abbracciano secoli e culture diverse, preservano la memoria collettiva. Con la loro azione di livellatori sociali permettono l’accesso all’istruzione e alla cultura, indipendentemente dalla situazione economica di ognuno. Sono luoghi in cui studenti, ricercatori, e appassionati possono attingere a risorse preziose senza alcun costo, rendendo l’apprendimento un diritto universale. Questa democratizzazione dell’informazione svolge un ruolo chiave nella creazione di società più eque e inclusive.
Ecco perché le biblioteche pubbliche vanno oltre la mera conservazione di libri e possono trasformarsi in luoghi di incontro e coesione, in centri dinamici di apprendimento, adattandosi alle esigenze mutevoli della società contemporanea. Le biblioteche pubbliche sono più che depositi di libri: sono faro di conoscenza, agenti di cambiamento sociale e pilastri di comunità. Investire in queste istituzioni significa investire nel progresso, nell’uguaglianza e nella ricchezza culturale della società.
Alla luce di quanto enunciato, si avanzano le seguenti proposte:
● portare a compimento il concreto processo di trasferimento della delega piena dalla Regione alla Provincia previsto dalla legge Del Rio (unica regione in Italia a non averlo fatto);
● applicare una modifica al Piano di assunzione triennale inserendo le figure professionali necessarie a coprire i vuoti nell’organico della Biblioteca e ampliando gli orari di apertura;
● ripristinare il progetto originario della Biblioteca con la restituzione dei locali della Mediateca.”