venerdì, Ottobre 11, 2024

Vertenza RMI e TIS, futuro incerto per 1840 famiglie

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Sulla questione RMI e TIS interviene un gruppo di lavoratori coinvolti in questa vicenda a seguito del tavolo tecnico che si è svolto martedì 9 gennaio nella sede della Regione Basilicata. Di seguito la nota integrale.

In questo incontro è stato annunciato un possibile emendamento di legge da parte del governo nazionale che non arriverà certamente nel giro di un anno.

Bisogna capire in primis se c’è la volontà politica e in un secondo momento trovare le risorse per sostenere l’emendamento, insomma una cosa non fattibile in 24 ore.

Bisogna tenere conto che 1840 famiglie si ritrovano con un compenso di 500 euro al mese, senza contributi, senza riconoscimento della malattia e senza riconoscimento dei titoli di servizio preso la P.A.

L’altra sciagurata proposta é quella delle 102 giornate contributive/88 lavorative. Chi accetterà le 102 giornate lavorerà circa tre mesi e 10 giorni in un anno, ma la cosa più squallida è che per i 250 amministrativi della platea Rmi & Tis che hanno acquisito competenze di altro genere e non idrauliche forestali, si ritroverebbero a svolgere tutt’altro lavoro senza rispettare i titoli di studio e le tante competenze acquisite in questi anni.

Nell’incontro del 9 gennaio 2024 che si è svolto nella sede della Regione Basilicata contrariamente a quanto hanno dichiarato Cgil, Cisl e Uil si è discusso principalmente di un avviso pubblico riservato alla platea ex tis ed ex rmi che garantirà a chi manifesterà la volontà di aderire ad entrare a far parte del settore idraulico forestale con 87 giornate lavorative all’anno e 102 contributive.

Non si è invece approfondito il discorso di un eventuale emendamento che possa dare la possibilità ai lavoratori che svolgono mansioni amministrative che da anni sono impegnati presso le P.A. di avere una stabilizzazione adeguata presso le P.A. è palese che se mai un emendamento verrà proposto al governo nazionale prima che venga approvato ci passerà troppo tempo,tempo che questi lavoratori non sono più disposti ad aspettare ulteriormente e restare ancora per anni in uno stato di precariato.

Pertanto la soluzione delle 87 giornate lavorative nel settore idraulico forestale può apparire un idoneo palliativo per il settore operaio, ma fatto presente che in queste suddette platee esiste anche un settore impiegatizio che da anni presta servizio presso le P.A. con questa proposta tale settore è stato dimenticato e accorpato al settore operaio.
E’ stata dunque tolta la possibilità al settore impiegatizio di continuare a svolgere le proprie mansioni nonostante coloro che fanno parte di tale settore hanno acquisito esperienze e competenze e molti di questi sono anche in possesso di titoli di studio.

E’ stato dunque discriminato e dimenticato questo importante settore che per decenni ha sopperito alle carenze organiche della P.A. sostituendo in pieno gli impiegati comunali.

Pertanto i lavoratori impegnati nel settore impiegatizio non possono e non vogliono volontariamente aderire al suddetto avviso pubblico che li farebbe passare in un contesto lavorativo dedicato prevalentemente ad operai.

Dunque si chiede per questo settore l’impegno da parte di tutte le sigle sindacali, dei Sindaci e dell’Anci e soprattutto dell’assessorato alle attività produttive di trovare una soluzione più idonea per questo settore dimenticato un po da tutti anche perché nella realtà non si ha bisogno di un emendamento per stabilizzare questi lavoratori ci vuole solo la volontà politica per trovare soluzioni in tempi brevi, anche perché ad oggi la Regione Basilicata possiede anche le risorse finanziarie per far fronte alla spesa per la stabilizzazione di tale settore che comprende non più di 300 unità.

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